Da giovedì 11 a sabato 13 febbraio
2O16 si terrà a Milano la Borsa Internazionale del Turismo presso il quartiere espositivo di Rho Fiera Milano. Anche in questa edizione
grande attenzione al mondo e suoi
cambiamenti. Espositori da tutto il mondo, operatori turistici,
visitatori alla ricerca di idee per i loro viaggi. Presente stampa e televisione . Importante anche perché
favorisce l’incontro tra decision maker, esperti del
settore e buyer provenienti da varie aree geografiche e settori
merceologici. Un vero e proprio “ generatore di business”. 4 aree espositive : Leisure World, Luxury World, MICE World e Destination
Sport . Focus su settori in ascesa come turismo enogastronomico e turismo
attivo-sportivo. L’area Leisure World presenta delle novità: il programma dedicato
alle Agenzie di Viaggio italiane, con una agenda di appuntamenti per gli
espositori internazionali di the World e il progetto I Love Wedding, rivolto ai Tour Operator e alle destinazioni con focus
sul segmento nozze. Matrimoni, viaggi di nozze e servizi
correlati. Tra i Paesi la Thailandia.
“Nella pianificazione 2016 il
segmento viaggi di nozze è in assoluto
il nostro main target” dichiara Sandro
Botticelli, Marketing Manager Ente Nazionale del Turismo Thailandese, con sessioni di formazione dedicate alle
giovane coppie ed alle agenzie di viaggio, tramite fondamentale per noi per
poter arrivare nel modo migliore al consumatore finale”. Mete all’insegna della natura, della cultura
e benessere. Foto © http://www.turismothailandese.it/ Un’altra meta tra le più scelte dalle coppie di sposi è la Repubblica Dominicana: “La Repubblica Dominicana è senza dubbio la
destinazione ideale per i viaggi di nozze perché offre scenari da sogno tra
spiagge dorate di sabbia bianca e acque cristalline, hotel di charme in
contesti unici dall’atmosfera romantica ma anche attrazioni per tutti i gusti.
Il nostro paese”, afferma la Direttrice
dell’Ente del Turismo in Italia,
Neyda Garcia, “rappresenta da sempre
una delle mete più ambite da coloro che desiderano liberarsi dalle fatiche dei
preparativi del matrimonio tradizionale optando per una cerimonia in stile
esotico, ma anche per coloro che durante
il viaggio di nozze amano abbandonarsi al totale relax in spiaggia o nelle spa
in hotel… I resort inoltre
dispongono di professionisti che assistono gli sposi nella cura di ogni
dettaglio, dalla scelta del giudice di pace o sacerdote alla documentazione,
dal fotografo al buffet di nozze fino alla musica.”Da visitare Punta Cana. Acquistare
bellissimi gioielli in Ambra, gustare le
prelibatezze della cucina locale. Senza dimenticare Santo Domingo: Città affascinante e ricca di
storia. Foto ©Domenicana
Republic Ministry Tourism http://www.godominicanrepublic.com/press/media-photo-galleries/ Abbiamo poi le Isole Seychelles. “Le
isole Seychelles sono state da sempre considerate le isole dell’amore, Giardino
dell’Eden originario e cornice perfetta per una fuga romantica”, commenta Monette Rose, Regional Manager Seychelles Tourism Board. “La dolcezza della natura, l’atmosfera
tropicale e pacifica e la bellezza incantevole dei paesaggi attira tantissime
coppie, che possono sposarsi o trascorrere la luna di miele in uno dei tanti
luoghi paradisiaci dell’arcipelago. I matrimoni all’estero sono in crescita e
le Seychelles non fanno eccezione – la cerimonia può essere religiosa o civile,
in un giardino tropicale, su una imbarcazione al tramonto o su una spiaggia
deserta e ha valore legale anche in Italia” Spiagge- Praslin, Anse
source d’argent Ladigue, tramonti Sunsine Victoria-Mahe. Cucina creola: un mix tra piatti
asiatici, indiani, francesi. Pesce, frutti di mare, salse al curry, riso. Da
assaggiare il frutto di Cythere. Uno dei siti dichiarati
patrimonio mondiale dell’U.N.E.S.C.O è Vallée de Mai a Praslin: antica foresta creduta
il Giardino dell’Eden. Foto ©2015 Seychelles Tourism Board. http://www.seychelles.travel/it.
Da visitare anche l’area
Food&Wine, destinata al turismo
enogastronomico, per scoprire i prodotti locali nei vostri viaggi. L’area Luxury World, con accesso riservato agli operatori
italiani e stranieri che operano in questo mercato, può essere considerata il fiore
all’occhiello di Bit2016. Servizi di eccellenza e occasioni di business
matching con tour operator, agenzie di viaggi e wedding planner di tutto il
mondo. Sala eventi ad uso esclusivo, servizi di ristorazione riservati. I
visitatori interessati a questo segmento verranno selezionati attraverso un
procedimento di pre-accredito, in modo da garantire l’esclusività dello spazio.
Sabato 13 apertura al pubblico dello
spazio dedicato al turismo
attivo-sportivo. Destination Sport :
zone esperienziali nelle quali sperimentare le attività sportive e dove gli
operatori specializzati in turismo sportivo potranno incontrare gli
appassionati di sport. Sarà anche una mostra mercato e gli espositori potranno
vendere servizi e prodotti sul posto. Presenti i Water Sports e il Diving, per una full immersion negli sport
acquatici tra cui canyoning, rafting, canoa,
vela, surf, sci nautico.Sempre sabato 13 l’iniziativa “Bit.Run Corri e vola
in Thailandia” che coinvolgerà il pubblico in una corsa di 10 km, da San Siro
all’ingresso di Bit2016. La manifestazione, gemellata con la maratona di
Phuket realizzata in collaborazione con
l’Ente Nazionale Turismo Thailandese e Etihad Airways, si inserisce nell’ambito
di un progetto che mira a promuovere il turismo attivo nel mondo. Vi ricordo
che si terranno i Saturday Morning
Speedy Meetings, organizzati per categoria merceologia e macro aree
geografiche, che si svolgeranno il sabato mattina in una zona dedicata e il Vip
Travel Agencies Program, che coinvolge 1000 agenzie di viaggio in incontri B2B
con gli operatori di The World. http://bit.fieramilano.it/it/bit2016-tutte-le-novit%C3%A0
Le mie segnalazioni che possono essere interessanti per voi. Viaggi, ricette, moda, bellezza, design, cultura,interviste
giovedì 21 gennaio 2016
MILANO BIT 2016
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mercoledì 20 gennaio 2016
LIBRI : ANNA MAGNANI Biografia di una donna di Matteo Persica
A fine gennaio esce una biografia che, grazie a Matteo Persica , presenta la
grandissima ,unica Anna Magnani .
ANNA MAGNANI Biografia di una donna di
Matteo Persica. Prefazione Maurizio Liverani. Editore Odoya. Non la solita biografia,
bensì un ritratto della sua vita
molto profondo. in cui l’autore mette in
risalto i diversi aspetti della sua personalità e le sue varie sfaccettature. Una borgatara amica
di Trilussa, battuta mordace, lingua tagliente come le popolane della Roma
di quegli anni ma anche capace di
interloquire con Brando e Bette Davis. Un ritratto
con aneddoti e testimonianze a viva voce della Magnani. Scritto dal punto di vista di Anna Magnani mi spiega Matteo Persica.
Frutto di un lavoro di ricerca durato ben 8 anni. In tutto il mondo : dagli
Stati Uniti alla Francia. Donna gelosa
nella vita e perfetta nel ruolo della moglie in Molti Sogni per le strade. Conosciamola attraverso il libro. . Matteo
Persica “Da
tanti anni durava la mia fraterna amicizia con Anna Magnani. Lascio volentieri
ad altri giudicarla nella sua grande e istintiva arte, anche se, per quanto mi
riguarda, con la sua scomparsa esce dalla scena l’ultima superba insostituibile attrice italiana, e non italiana. E
dimentico ciò ch’io scrissi per lei, quando ancora il cinematografo e il teatro
non le avevano dato ciò che Anna, in seguito, avrebbe restituito con la
prodigalità del genio che talvolta, ma raramente, illumina e infuoca la bravura
di un attore. Infatti, come per i veri
Poeti, i grandi attori e le grandi attrici si contano sulle dita di una mano.
Di una mano sola. Guardo
Anna come creatura umana. Guardo Anna quale fu nella sua "parte" di
donna passionale e appassionata; vibrante di vita come un elemento della
natura, fuoco o ghiaccio, vento o pioggia. Aveva paura soltanto di se stessa,
dei suoi istinti, delle sue tenerezze, della sua maternità, delle sue antipatie
fugaci o tenaci. Credo che Anna non abbia mai detto una bugia. E se l’ha detta,
l’ha detta soltanto a se stessa; scontandola, poi, sia pure a distanza di
tempo, e sempre contro se stessa. Posso parlare di lei in "presa diretta",
anche se queste parole di accorato ed inutile saluto, mi fanno male e mi
sconvolgono come l’attacco di una malattia. (Ben comprendo il chirurgo che
rifiuta di operare un familiare o l’amico più caro. A noi giornalisti possono
pur essere riservati questi amari compiti. La penna come un bisturi).Forse la
sola parte che non ha saputo interpretare, gliel’ha imposta, a tradimento, il
male crudele che l’ha aggredita; e proprio al momento in cui aveva deciso di
lasciare la sua casa in piazza del Gesù allontanandosi dal rumore del centro,
per trasferirsi in un casale restaurato sulla via Appia. Si era scelta la più romana delle strade
romane. «E vi sono alberi, e si indovina
la romanità nell’aria, – mi diceva – e antichi olivi. Dev’essere squisito
l’olio della via Appia!» Le sue risate erano fresche come l’acqua di un puro
ruscello. Le si oscurava lo sguardo quando sentiva il lezzo dell’ipocrisia. Le
giornate che Anna chiamava "nere" potevano procurarle angosce
cupissime, anche per contrasti insignificanti. Voleva bene alle sue bestiole
con una tenacia ed una pazienza poetiche. Una sera la vidi in lacrime
perché le era scappato dalla gabbia un merlo parlante. Altra volta si lasciò
ferire, e gravemente, da uno splendido gatto d’Angora, di pelo biondo, che
aveva riportato dalla California. Il gatto era sfuggito alla sorveglianza, per
discendere a "fare il gatto" (disse così) nel cortile di Palazzo
Altieri. Era donna ordinatissima. Quella
sua aria scapigliata faceva parte del suo naturale "trucco"
quotidiano, nella meticolosità di una pulizia che rifuggiva dalle ciprie e dai
profumi dolci e smorfiosi. Sapone, e basta. Se faceva un’elemosina, mirava
cocciutamente a non farlo sapere a nessuno. Aveva conosciuto le ristrettezze
delle piccole compagnie di prosa. La sua casa non somigliava davvero a quella
di una diva, ma, piuttosto, alla dimora di un pittore o di uno scrittore. A lato
della scrivania, nel suo studio, che serviva anche da camera da pranzo, il
ritratto di Eleonora Duse. Una notte di alcuni anni fa, mentre mi
riaccompagnava a casa nella sua piccola macchina, frenò bruscamente davanti ad
una giovane prostituta che posteggiava sul Lungotevere. Faceva molto freddo, e
pioveva. Discesi con lei. Improvvisamente, come di scatto, era diventata di
cattivo umore. E, tra le due, si svolse questo dialogo.
«Mi riconosci?»
«Tu sei Nannarella.»
«Sono una donna, e, poi, Nannarella. Ma non senti freddo?»
«Sì. Ma lo "devo" sentire!»
Aprì la borsetta e diede alla giovane alcuni fogli da diecimila lire, dicendole: «Vattene a letto, stanotte, e da sola!» Quella non ringraziò. Guardò Anna come intontita. Ed Anna risalì nell’automobile, esclamando con voce dura e profonda: «Ammazzalo, quanto fa freddo ne la vita!» Mi cadono addosso, dalla memoria, innumerevoli ricordi; esperienze vissute a contatto di gomito; un vero piovere di sentimenti; chicchi di grandine sul vetro opaco del passato remoto. Ed Anna non c’è più! Ad Anna non posso più telefonare la sera per dirle il mio saluto, sentendomi riconoscere alla prima parola. Si divertiva alla mia incipiente sordità. «Parlo forte, perché sei diventato sordo!» E giù, la sua risata, ch’era una cascata di perle. Perché Anna, quando rideva, ti faceva sentire la schiettezza prepotentissima del suo carattere che schivava le fisime fasulle, e senza complimenti mondani. L’ho vista più volte e più volte litigare con chi le dava torto; quasi allegre baruffe, ma la parola giusta le usciva dalla bocca sempre al riflesso della sincerità. Non era pertanto facile alle persone oblique giocare con Anna in termini cortigiani. Nel marzo del 1949 l’accompagnai a Londra, dove si proiettava, in uno dei cinematografi più eleganti, il film L’Onorevole Angelina, diretto da Luigi Zampa. Si trattava di un film crudo che Zampa aveva saputo egregiamente comporre in chiave realistica e pertinente. La trama si muoveva fra le quinte di una squallida borgata romana del dopoguerra. Anna appariva in veste di popolana "fumantina", per dirla con il Belli, decisa a far valere la sua miseria come la sua giustizia. Zampa, come prima Roberto Rossellini in Roma città aperta, aveva lasciato ad Anna le briglie sul collo. E il film, al quale il sottoscritto collaborò marginalmente nella prima parte della sceneggiatura, raccolse uno strepitoso successo. Quando, alla fine dello spettacolo, il pubblico sofisticatissimo si levò addirittura in piedi ad applaudire e a chiamare Anna alla ribalta, gli inglesi si aspettavano l’apparizione dell’onorevole Angelina nel suo costume poverello. Anna apparve indossando una splendida toletta di Dior e al direttore del locale che le porgeva un fascio di rose rosse rivolse in inglese il suo ringraziamento al pubblico. "Venne giù", come si dice a Roma, il teatro, in un secondo scroscio di applausi. Di quel soggiorno in Gran Bretagna mi piace ricordare ancora un’altra serata, e, per meglio dire, un ricevimento che il nostro ambasciatore Duca Gallarati Scotti volle dare in onore di Anna. Nel frattempo i quotidiani inglesi avevano dedicato ad Anna lunghi articoli di lode, e per il film di Zampa e per il ricordo della sua splendida interpretazione nel film di Rossellini Roma, Città Aperta. Tutta Londra elegante raccolse l’invito del nostro ambasciatore nella sontuosa sede della rappresentanza italiana. Ed anche quella notte Nannarella interpretò sovranamente la sua parte. Vestiva un abito di raso nero, "macchiato" da una orchidea bianca. Si rinnovò il trionfo del film. Dopo la cena, a tarda ora, il duca Gallarati, diplomatico e letterato finissimo, offrì, a sorpresa, ad Anna una chitarra, dicendole: «Signora Magnani, lei ha una voce incantevole e ci conceda l’onore ed il piacere di ascoltare una sua canzone.» Anna sorrise all’invito, rispondendo: «Ne canterò due. Ma in romanesco.» Gli ospiti, italiani ed inglesi, ascoltarono in silenzio quasi mistico il cantare profondo e tèpido di Anna. Voce che poteva sollevare anche una canzonetta alla purezza dell’arte alta. Se Eleonora Duse avesse avuto voce per cantare, avrebbe forse cantato come Anna in quella lontana notte del 1949. Addio, Anna! Quanto eri brava. E bellissima come se fossi stata bella! (Tratto da "Nannarella vista da vicino" di Fabrizio Sarazani «Il Tempo», 27 settembre 1973). Anna Magnani unica e irripetibile. Un libro imperdibile da leggere con attenzione per conoscere non solo l’attrice ma anche la donna. Curiosità: Il 21 Marzo si festeggiano i sessant’anni dall’Oscar di Anna Magnani per il film di Daniel Mann La rosa tatuata. Nel 1956la Magnani
era all’apice della sua carriera, tra alti e bassi era diventata una diva
internazionale con capolavori come i rosselliniani Amore o Roma città
aperta, ma anche con il film meta-cinematografico Bellissima di
Visconti, conosciuto e apprezzato. da entrambe le sponde dell’Atlantico.Ma l’attrice non amava affrontare il nuovo continente:
da un lato odiava volare e dall’altro non era propriamente avvezza a gestire
l’invadenza dei media e dei fan statunitensi come aveva dimostrato nel suo primo
viaggio a New York. In fondo, Anna era una donna semplice, capace di
spaventarsi per un ascensore le cui porte “si chiudevano da sole” e di
implorare l’amico Indro Montanelli di non lasciarla in balia di queste novità.
Per questo, ma anche a causa della malattia del figlio, Anna decise e dichiarò da subito che non avrebbe affrontato un viaggio negli USA per il galà di consegna delle statuette, cosa che di solito equivale a “partire con il piede sbagliato”. Eppure un folto e caloroso gruppo di sostenitori, riuniti e pubblicizzati dalla rivista Grazia, tirò la volata alla “vera mamma” che, a loro dire, si meritava l’Oscar nonostante (anzi a ragion di più) non volesse allontanarsi dal piccolo Luca. All’appello aderirono nomi del calibro di Gina Lollobrigida, Alessandro Blasetti, Lea Padovani, donna Carla Gronchi, moglie del presidente della Repubblica, Giulietta Masina, l’Associazione giornalisti cinematografici, Goffredo Lombardo, Silvana Mangano. Vinse l’ambita statuetta e nel momento della proclamazione (il discorso lo tenne Brando con cui Anna poteva già vantare un’amicizia) stava dormendo, evitata la radio per tutta la notte con la consueta e amata passeggiata con i cani. Matteo Persica è un vero e proprio esperto di Anna Magnani. Nel libro appaiono anche la dedizione, tenacia, studio e voglia di mettersi in gioco che contraddistinsero l’esperienza di Nannarella con la recitazione. Lei poteva permettersi di non provare come per la scena che la rese immortale in Roma città aperta che non era stata provata prima: fu lei e non il regista a renderla il capolavoro da manuale di storia del cinema. Una sola cosa non riuscì a Nannarella: tenersi Roberto Rossellini. Ma dopotutto la gelosia della donna romana per eccellenza non poté nulla contro la più temibile rivale: Ingrid Bergman. Matteo Persica, nato a Roma nel 1982, è uno studioso di cinema italiano che da anni si occupa assiduamente della valorizzazione della figura di Anna Magnani. Nel 2007 realizza il documentario Nannarella 100. Nel 2010 crea l’associazione “Amici di Anna Magnani”, coinvolgendo nomi della cultura e dello spettacolo internazionale, da Franco Zeffirelli a Helen Mirren. È ideatore e direttore artistico del premio “Anna Magnani”, che a oggi ha avuto due edizioni: nel 2012 (premiati Franca Valeri e Franco Zeffirelli) e nel 2014 (premiati Paola Cortellesi e Giovanna Ralli). Negli ultimi anni è stato più volte invitato dai media a parlare di Anna Magnani in qualità di biografo, con interviste su giornali, radio e televisioni nazionali. Anna Magnani Biografia di una donna di Matteo Persica Prefazione Maurizio Liverani Editore Odoya Pag. 414 , € 22 In libreria dal 28 gennaio 2016.
«Tu sei Nannarella.»
«Sono una donna, e, poi, Nannarella. Ma non senti freddo?»
«Sì. Ma lo "devo" sentire!»
Aprì la borsetta e diede alla giovane alcuni fogli da diecimila lire, dicendole: «Vattene a letto, stanotte, e da sola!» Quella non ringraziò. Guardò Anna come intontita. Ed Anna risalì nell’automobile, esclamando con voce dura e profonda: «Ammazzalo, quanto fa freddo ne la vita!» Mi cadono addosso, dalla memoria, innumerevoli ricordi; esperienze vissute a contatto di gomito; un vero piovere di sentimenti; chicchi di grandine sul vetro opaco del passato remoto. Ed Anna non c’è più! Ad Anna non posso più telefonare la sera per dirle il mio saluto, sentendomi riconoscere alla prima parola. Si divertiva alla mia incipiente sordità. «Parlo forte, perché sei diventato sordo!» E giù, la sua risata, ch’era una cascata di perle. Perché Anna, quando rideva, ti faceva sentire la schiettezza prepotentissima del suo carattere che schivava le fisime fasulle, e senza complimenti mondani. L’ho vista più volte e più volte litigare con chi le dava torto; quasi allegre baruffe, ma la parola giusta le usciva dalla bocca sempre al riflesso della sincerità. Non era pertanto facile alle persone oblique giocare con Anna in termini cortigiani. Nel marzo del 1949 l’accompagnai a Londra, dove si proiettava, in uno dei cinematografi più eleganti, il film L’Onorevole Angelina, diretto da Luigi Zampa. Si trattava di un film crudo che Zampa aveva saputo egregiamente comporre in chiave realistica e pertinente. La trama si muoveva fra le quinte di una squallida borgata romana del dopoguerra. Anna appariva in veste di popolana "fumantina", per dirla con il Belli, decisa a far valere la sua miseria come la sua giustizia. Zampa, come prima Roberto Rossellini in Roma città aperta, aveva lasciato ad Anna le briglie sul collo. E il film, al quale il sottoscritto collaborò marginalmente nella prima parte della sceneggiatura, raccolse uno strepitoso successo. Quando, alla fine dello spettacolo, il pubblico sofisticatissimo si levò addirittura in piedi ad applaudire e a chiamare Anna alla ribalta, gli inglesi si aspettavano l’apparizione dell’onorevole Angelina nel suo costume poverello. Anna apparve indossando una splendida toletta di Dior e al direttore del locale che le porgeva un fascio di rose rosse rivolse in inglese il suo ringraziamento al pubblico. "Venne giù", come si dice a Roma, il teatro, in un secondo scroscio di applausi. Di quel soggiorno in Gran Bretagna mi piace ricordare ancora un’altra serata, e, per meglio dire, un ricevimento che il nostro ambasciatore Duca Gallarati Scotti volle dare in onore di Anna. Nel frattempo i quotidiani inglesi avevano dedicato ad Anna lunghi articoli di lode, e per il film di Zampa e per il ricordo della sua splendida interpretazione nel film di Rossellini Roma, Città Aperta. Tutta Londra elegante raccolse l’invito del nostro ambasciatore nella sontuosa sede della rappresentanza italiana. Ed anche quella notte Nannarella interpretò sovranamente la sua parte. Vestiva un abito di raso nero, "macchiato" da una orchidea bianca. Si rinnovò il trionfo del film. Dopo la cena, a tarda ora, il duca Gallarati, diplomatico e letterato finissimo, offrì, a sorpresa, ad Anna una chitarra, dicendole: «Signora Magnani, lei ha una voce incantevole e ci conceda l’onore ed il piacere di ascoltare una sua canzone.» Anna sorrise all’invito, rispondendo: «Ne canterò due. Ma in romanesco.» Gli ospiti, italiani ed inglesi, ascoltarono in silenzio quasi mistico il cantare profondo e tèpido di Anna. Voce che poteva sollevare anche una canzonetta alla purezza dell’arte alta. Se Eleonora Duse avesse avuto voce per cantare, avrebbe forse cantato come Anna in quella lontana notte del 1949. Addio, Anna! Quanto eri brava. E bellissima come se fossi stata bella! (Tratto da "Nannarella vista da vicino" di Fabrizio Sarazani «Il Tempo», 27 settembre 1973). Anna Magnani unica e irripetibile. Un libro imperdibile da leggere con attenzione per conoscere non solo l’attrice ma anche la donna. Curiosità: Il 21 Marzo si festeggiano i sessant’anni dall’Oscar di Anna Magnani per il film di Daniel Mann La rosa tatuata. Nel 1956
Per questo, ma anche a causa della malattia del figlio, Anna decise e dichiarò da subito che non avrebbe affrontato un viaggio negli USA per il galà di consegna delle statuette, cosa che di solito equivale a “partire con il piede sbagliato”. Eppure un folto e caloroso gruppo di sostenitori, riuniti e pubblicizzati dalla rivista Grazia, tirò la volata alla “vera mamma” che, a loro dire, si meritava l’Oscar nonostante (anzi a ragion di più) non volesse allontanarsi dal piccolo Luca. All’appello aderirono nomi del calibro di Gina Lollobrigida, Alessandro Blasetti, Lea Padovani, donna Carla Gronchi, moglie del presidente della Repubblica, Giulietta Masina, l’Associazione giornalisti cinematografici, Goffredo Lombardo, Silvana Mangano. Vinse l’ambita statuetta e nel momento della proclamazione (il discorso lo tenne Brando con cui Anna poteva già vantare un’amicizia) stava dormendo, evitata la radio per tutta la notte con la consueta e amata passeggiata con i cani. Matteo Persica è un vero e proprio esperto di Anna Magnani. Nel libro appaiono anche la dedizione, tenacia, studio e voglia di mettersi in gioco che contraddistinsero l’esperienza di Nannarella con la recitazione. Lei poteva permettersi di non provare come per la scena che la rese immortale in Roma città aperta che non era stata provata prima: fu lei e non il regista a renderla il capolavoro da manuale di storia del cinema. Una sola cosa non riuscì a Nannarella: tenersi Roberto Rossellini. Ma dopotutto la gelosia della donna romana per eccellenza non poté nulla contro la più temibile rivale: Ingrid Bergman. Matteo Persica, nato a Roma nel 1982, è uno studioso di cinema italiano che da anni si occupa assiduamente della valorizzazione della figura di Anna Magnani. Nel 2007 realizza il documentario Nannarella 100. Nel 2010 crea l’associazione “Amici di Anna Magnani”, coinvolgendo nomi della cultura e dello spettacolo internazionale, da Franco Zeffirelli a Helen Mirren. È ideatore e direttore artistico del premio “Anna Magnani”, che a oggi ha avuto due edizioni: nel 2012 (premiati Franca Valeri e Franco Zeffirelli) e nel 2014 (premiati Paola Cortellesi e Giovanna Ralli). Negli ultimi anni è stato più volte invitato dai media a parlare di Anna Magnani in qualità di biografo, con interviste su giornali, radio e televisioni nazionali. Anna Magnani Biografia di una donna di Matteo Persica Prefazione Maurizio Liverani Editore Odoya Pag. 414 , € 22 In libreria dal 28 gennaio 2016.
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martedì 19 gennaio 2016
MILANO Mostra DAVID BOWIE THE ROCK CITY
Vi informo che a Milano
la mostra The Rock City, rende ancora omaggio a David Bowie. Fino
al 30 gennaio 2016. The Rock City 15 anni di musica nelle pagine dei giornali. A cura di Luigi Pedrazzi. In risalto le
sue tournée italiane . Fotografie di Bruno Marzi ( foto in apertura ) , Gigliola Di Piazza,
Massimo Barbaglia , Angelo Redaelli. Oltre 150 immagini scattate nei
suoi concerti italiani e videoclip della sua lunga carriera. Visibili i video "Lazarus" e
"Black Star". "Se la vita
di David Bowie è stata segnata dalla capacità di mutarsi e mutare la sua musica
riuscendo sempre a stupire con il suo ineguagliabile talento ed anticipando
spesso mode e tendenze, attraversando tutte le stagioni più feconde della
musica rock degli ultimi 40 anni, la sua morte improvvisa e quasi annunciata
nel suo ultimo lavoro, Black Star, ha qualcosa di misteriosamente nobile ed
elegante. Il Duca
Bianco che ha creato la colonna sonora della vita di tante persone nel mondo si
congeda da noi con quello stile che ha
sempre contraddistinto la storia della sua musica, dei suoi concerti e della
sua vita. Il suo sguardo sorridente ma in fondo sempre lontano e il suo
incredibile fascino nello stare sul palcoscenico - dove ha interpretato con
assoluta disinvoltura ogni tipo di
intuizione artistica, di sperimentazione e di contaminazione
intellettuale - ci restituiscono la sensazione che David Jones fosse qualcosa
di più e di diverso. David Bowie è stato, è, e sarà sempre David Bowie. Un
musicista, un attore, un grande artista ma sempre David Bowie, l’uomo che cadde
sulla terra. Lo aspetteremo ancora". A
presto, David. Luigi Pedrazzi. Concordo con questa dichiarazione . Una mostra imperdibile. The
Rock City 15 anni di musica nelle pagine dei giornali. A cura di Luigi Pedrazzi. Realizzata in collaborazione con Sony Music Italy. Organizzata
da Arteutopia presso Hernandez Art Gallery a Milano in collaborazione con
Clarart. Foto per gentile concessione ©. Hernandez Art Gallery, via
Copernico, 8 – Milano da lunedì 18
gennaio a sabato 30 gennaio ore 10.30 - 19.00 T: 02 67490252. http://www.galleriahernandez.com/
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sabato 16 gennaio 2016
DAVID BOWIE CI HA LASCIATO
10 Gennaio 2016 Ciao David .Ci hai lasciato e sei volato in alto. Una stella che
continuerà a brillare. Un ricordo
indelebile il tuo. Io c’ero il 10 giugno
1987 . Ero al concerto di Milano per
il Glass Spider Tour. Stadio Meazza, San Siro ore 21 : una folla festosa
in attesa del Duca. Questa è la mia
testimonianza. All’inizio
intrigata, affascinata. Poi travolta dalla sua personalità, carisma e dalla
musica. Si canta e si balla, un corpo unico. Tutti con accendini in mano: luci
che brillavano come stelle nel firmamento. Conservo ancora quell’accendino. A
volte le dita scottavano. Fui letteralmente travolta. Come fossi io sul palco.
Non ricordo tutta la scaletta ma i miei
due brani preferiti sì. Let's Dance : ti
entrava nella pelle ! A prescindere dalle
critiche. Ecco perché ebbe
successo. (1983) " Let's
dance - Put on your red shoes and dance the blues Let's dance - To the song
they're playin' on the radio……..
Let's sway - You could look into my eyes
Let's sway - Under the moonlight, this serious moonlight
“ . Da allora decisi che avrei sempre avuto un paio di scarpette rosse, ballerine. Queste sono le mie. Nella
foto quelle del video . Un fiore per te
? Un’orchidea . Ricordo anche “China Girl
(Iggy Pop Cover )”, “Fame “ . Che
altro scrivere ? Nulla. Si è già scritto molto. Ciao David sarai sempre con
noi. Voglio ricordare anche il suo concerto con Tina Turner e il momento in cui hanno cantato insieme Let's Dance. Fantastici, unici, Per le foto . Crediti.
Foto di copertina di Let’s Dance .
Credito Greg Gorman . Volto David Bowie scatto realizzato per
l'album "Alladin Sane", 1973. Foto prese dal TG5 edizione ore 20: concerti David Bowie con Tina Turner. Pagine
Corriere della Sera . Foto ballerine rosse ©mgrazia toniut. China Girl video. Dal
sito http://www.davidbowie.com/ . Video : Pubblicato il 06 mar 2009. Music video by
David Bowie performing Let's Dance. Taken from the album 'Heroes' https://www.youtube.com/watch?v=N4d7Wp9kKjA
Video : China Girl https://www.youtube.com/watch?v=E_8IXx4tsus David Bowie -
China Girl emimusic Pubblicato il 24 feb 2009 Music video by David Bowie
performing China Girl . Video : Tina Turner & David Bowie
- Let's Dance [Official Music Video] https://www.youtube.com/watch?v=619kF0Y7zE4.
Ricordi personali. : ho assistito a
molti concerti . Alcuni però ti rimangono dentro in modo indelebile per tutta
la vita. I miei : Bob Marley,
con la sua musica reggae ,giugno 1980 (
Stadio San Siro ). Bruce Springsteen a
San Siro, giugno1985. Tina Turner
,maggio 1990 al Palatrussardi . “Per
finire Lucio Dalla. Ho
avuto la fortuna di conoscerlo personalmente in due occasioni : il concerto con
Gianni Morandi ( avevo vestito Iskra Menarini e Lucio era entusiasta tanto che
un “ camicione dipinto a mano “ lo volle per sé ! ). Ricordo l’emozione provata
in quella occasione. In seguito ad un altro evento a Milano. Simpaticissimo,
affabile, generoso, di grande cuore ! Di lui ci resteranno le sue canzoni, la
sua musica. Non pubblico nessuna foto perché la sua immagine è nel cuore di
tutti noi. Non posso e non desidero scrivere altro.”
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