TREVISO mostra dedicata al Giappone “ GIAPPONE. DAI SAMURAI A MAZINGA CON HOKUSAI, HIROSHIGE e UTAMARO”
A Treviso, nella prestigiosa sede della
Casa dei Carraresi , fino al 31 maggio 2015, in mostra una serie di capolavori d’arte giapponese. Un’occasione per conoscere questo magnifico
Paese , la sua storia millenaria ricca di fascino. Bellezza e raffinatezza .
Dai samurai al mondo fluttuante che troviamo solo in Giappone. Samurai : la
figura del guerriero - bushiprotagonista dellastoria
giapponese dal XII al XIX secolo. Una
classe militare, addestrata,che di
fatto lasciavaall'Imperatore, solo
il compito di guida spirituale.I samuraigiuravano
incondizionatafedeltà aglishōgun(“generalissimo”) sacrificando a volteanche la loro vita. Disciplina ferrea, ideali , eccellente
addestramento. L’arma : la spada giapponese forgiata dai Maestri di spada in
puro metallo. Foto:Armatura per samurai. Giappone, periodo Edo, XVIII secolo.
Metallo, cuoio e tessuto. Collezione privata. Nō :
teatrogiapponese può
essere definito il teatro dell'anima.
Corrisponde aiprincipii del
Buddhismo Zen.Tra ilXIV e il XV secolo vennero rielaborate le
forme teatrali più antiche , protette dallo shōgun e dell'aristocrazia
militare. Costumi sofisticati, eleganti
. Foto : Costume per il teatro Nō.Giappone, periodo Edo, XIX secolo. Seta ricamata e carta dorata,
cm. 160 x 140. Milano, Museo delle Culture. Rappresentano dei veri capolavori di arte
tessile, qui impreziosita con il diffuso utilizzo di oro eargento.In
mostra anche dieci preziose maschere (men)appartenenti al Teatro Nō. Unostrumento dell'attore che veniva realizzato da intagliatori specializzati.
Rappresentano lo specchio di sentimenti e passioni, divine e terrene. Nella
sezione Inrō, netsuke, ojimeanche unkimonofemminile, uno
maschile.Tre obi, fascia che ginge la
vita,oggetti da toeletta,lacche - scatole, portavivande, servizi da
scrittura,e due strumenti musicali
tipici giapponesi, i famosi samisen e
koto. Curiosità: le scatoline inrō,
i fermagli netsuke e gli anellini ojimeerano accessori da uomini . Venivano annodati
con un cordone all’obi e contenevanoilsigillo personale, monete,ecc. Capolavori di laccatura e intaglio. Le signore
, di ogni ceto, non indossavanogioielli
: solo attenzione alle pettinature. Foto:Kannon
Giappone, prima
metà del XIV secolo. Legno e rame dorati, pasta vitrea, h. cm. 155 Torino,
Museo d'Arte Orientale. Questa
spettacolare scultura, raffigurante Kannon (in sanscritoAvalokiteśvara), il bodhisattva
della compassione e misericordia , era collocata originariamente in un
importante tempio buddhista giapponese. La figura, elegante e mistica, posa su
un elaborato basamento con finale a fiore di loto. Di straordinaria ricchezza
l'ingioiellatura. Ogni religione e filosofia sono tollerati dal popolo giapponeseShintōismo, Buddhismo,Confucianesimo eCristianesimo.
Foto :Leone buddhista.Giappone, periodo Edo, ultimo quarto del XVII
secolo.Porcellanainvetriata e dipinta, h. cm 42. Trieste, Museo Storico del Castello
di Miramare. Questa
imponente scultura in porcellana è stata realizzata in Giappone esplicitamente
per il mercato europeo. Realizzata nelle fornaci ubicate nell'area di Arita
(isola di Kyūshū), è stata dipinta con smalti brillanti della famiglia
cosiddetta 'Kakiemon'. Oggetti simili ornavano i palazzi aristocratici più
importanti d'Europa, come Burghley House in Inghilterra, che ospita una coppia
simile a questo fin dal 1688.La Cerimonia del Tè Chanoyurappresenta in assoluto l’estetica giapponese.Chadō“Via del Tè”venne
codificata nel XV-XVI secolo da intellettuali e monaciaffiliati al Buddhismo Zen. Un rito che
rappresenta un “dono “ donare sé stessi attraverso una tazza di tè.I principiisi basavano e si ispiravano ai concetti di wabi esabi. Semplicità,austerità.
Gli stessi utilizzati oggetti fanno parte del rito così come l’ abbigliamento.
La Casa del Tè era ed è il luogo preposto quasi sempre in un giardino . In mostra è ricostruita una antica sala da
tè con i suoi semplici arredi e tutti gli oggetti di rito.Foto in apertura : Hiroshige 2: Utagawa Hiroshige: “Pioggia serale sul ponte Ohashi ad Atake” (Ohashi Atake no Yпdachi), dalla serie
”Cento Vedute dei Luoghi Celebri di Edo” (Meisho Edo Hyakkei), 1857. FotoVAN GOGH 2: Vincent van Gogh (1887). Ukiyo-e, le immagini del Mondo Fluttuante. L'ukiyo-e,
letteralmente le “immagini del Mondo
Fluttuante”, è il genere artistico che meglio ha descritto una parte della
società giapponese, la vita degli
abitantidelle più importanti cittàdel periodo Edo (1603-1868). Edo (l'attuale
Tokyo), Kyoto e Osaka. Già sul finire
del XVII secolo, gli artisti affiliati all'Ukiyo-einiziarono a sperimentare l'uso della stampa
per soddisfare la richiesta di immagini da parte della borghesia cittadina.
Attraverso le stampe è possibile conoscerequel mondo in cui i piaceri effimeri occupavano un ruolo centrale.
Considerate dei capolavori della stampa xilografica. Coinvolgevano l'artista,
che concepiva e disegnava l'opera; l'incisore,
che trasferiva il disegno sulla matrice in legno; lo stampatore, che la
riproduceva utilizzando una policromia raffinata; l'editore, che si assumeva il
rischio di produrre certe opere piuttosto che altre. Un centinaio le stampe
esposte in mostra, tra opere di Hokusai, Utamaro, Hiroshige, Eisen e di altri
artisti tra il XVIII ed il XIX secolo. Presenti anchele due stampe di Hiroshige che furono modello
per Van Gogh chele copiò a
testimonianza del suo apprezzamento per l’arte giapponese. Accanto a queste
opere vi saranno anche le riproduzioni degli originali custoditi al Museo Van Gogh di Amsterdam.Foto :Beltà femminile. Giappone, metà del XIX secolo. Bambola in legno, carta, tessuto e gofun, h. cm. 35,5.Università degli Studi di Padova,
Centro di Ateneo per i Musei, Museo di Antropologia. Una bellissima bambola raffigura una tipica beltà femminile.
Vestita di abiti lussuosi, si ripara da sole o pioggia con un ombrellino,
rivolgendo lo sguardo verso l'alto in una posa seducente. Questo genere di
bambola si chiama ishō-ningyō,
un termine che fa riferimento proprio alla preziosità dei tessuti.Foto :ToyotomiHideyoshi. Giappone, metà
del XIX secolo.Bambola in legno, carta, tessuto, metallo e gofun, h. cm. 39. Università
degli Studi di Padova, Centro di Ateneo per i Musei, Museo di Antropologia. Le bambole
raffiguranti samurai (musha-ningyō) sono solitamente
utilizzate per la Festa
dei bambini del 5 maggio. In questo caso si tratta di Toyotomi Hideyoshi, il
grande condottiero vissuto nel XVI secolo: vestito di armatura sulla quale si
sovrappone il giacchino jinbaori
decorato con il suo emblema araldico a forma di paulonia (kiri), porta sulla testa il solito
copricapo cerimoniale kōburi,
mentre sulle spalle tiene arco e frecce. Eccezionalmente esposte, e restaurate proprio
per la mostra, una decina dipreziose
bambole, di misura ragguardevole, tutte vestite secondo gli antichi costumi
(con armature, kimono, ecc). Foto : bellissimo “Scene dal “Romanzo del Principe Splendente”.
Giappone, Scuola Tosa, periodo Edo, fine del
XVII-inizio del XVIII secolo. Paravento
a sei ante dipinto a inchiostro e colori su carta, cm. 172 x 375 Brescia,
Musei Civici d'Arte e Storia. Illustra alcuni brani del “Romanzo del Principe
Splendente” (Genji monogatari),
l'opera letteraria più importante della storia giapponese, scritta tra la fine
del X e l'inizio dell'XI secolo dalla dama di corte Murasaki Shikibu.A questo
proposito vi consiglio di leggere il libro Genji il Principe splendente .Edizioni
Einaudi . Capolavoro della letteratura giapponese. Shōdō la “Via della
scrittura” nella sala dedicata. Si
tramandache sia stato inventato da Kōbō
Daishi (774-835), il monaco che diffuse nell'arcipelago i precetti del
Buddhismo esoterico. Il sistema di scrittura giapponesesicombinacon caratteri
cinesi . Un’arte che richiede concentrazione – meditativa. Un solo tratto di
pennello. Pennello che viene imbevuto di inchiostroprecedentemente sciolto con acqua sulla
pietra . La mostra farà conoscere anche la bellezzae raffinatezza del mondo delle Geisha, fino ai Robot eroi dei Manga. Disseminati lungo tutto il percorso espositivo, i Robot, giunti in Italia negli anni
Settanta grazie ai primi fumetti e video animati, come Mazinga Z Le opere selezionate – 190 esemplari di misure diverse
fino ai 60 cm di altezza –, databili tra il 1972 ed il 1984 - rappresentano un
patrimonio di cultura pop, eredità di un’epoca che sognava un futuro con occhi
ingenui e che ha instillato ad almeno due generazioni il rispetto e
l’ammirazione per la creatività giapponese. Inesposizioneoltre 500 reperti, tra oggetti d’arte databili
tra il XVII e il XX secolo, prestiti da collezioni private e museali. Proposta
da Sigillum - curata da Adriano Màdaro e
Francesco Morena allestita dagli
architetti Marco Sala e Giovanna Colombo. Catalogo : Misure: cm. 25 x 33. Stampato su carta patinata deluxe 180 gr., rilegato e cucito con capitelli,
copertina cartonata con sovraccoperta plastificata. Contiene i saggi dei curatori e degli esperti del comitato scientifico, un
“portfolio” fotografico di grandi dimensioni con un’ampia scelta dei reperti e
le schede fotografiche a colori con relative didascalie di tutti i 511 oggetti
esposti in Mostra. Casa Editrice: Sigillum, curatori:Adriano MàdaroeFrancesco Morena.
Casa dei Carraresi fino alInfo e prenotazioni: Tel. 0422 513150
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