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mercoledì 14 ottobre 2015

Intervista Prof. Masanori Aoyagi di Mariagrazia Toniut

                                       
Professore Aoyagi nella cultura giapponese la tradizione gastronomica viene preservata . Credo unico Paese al mondo. Possiamo definirla una vera e propria arte. Ritiene che le future generazioni sapranno mantenerle ? Penso che potrebbero esserci diverse opinioni alla domanda se si può definire «la cultura gastronomica» come una vera e propria arte, ma di sicuro la tradizione gastronomica in Giappone è cultura e penso che rappresenti al meglio lo spirito dei giapponesi. Esiste una «Legge sulla Promozione della cultura e dell’arte» che stabilisce i canoni della  cultura della vita inclusa quella gastronomica; l’Agenzia degli Affari Culturali, tenendo fede a questa legge ed ai suoi principi si sta impegnando nella promozione della «cultura gastronomica». Anche nella «Legge sulla Educazione Gastronomica», è specificato che lo Stato e gli enti locali devono promuovere la cultura gastronomica. Per esempio, l’Agenzia degli Affari Culturali, in occasione della «Festa Culturale e Nazionale» in Akita, ha presentato la cultura culinaria della Regione attraverso conferenze ed incontri sul tema e ha promosso l’attività culturale e artistica degli enti locali garantendo l’utilizzo del patrimonio culturale (tra cui anche la promozione del patrimonio gastronomico). “Ci sono delle scuole dove è possibile fare pratica ? “In Giappone, ci sono 272 scuole per formare i cuochi e tantissime persone hanno interesse e stanno imparando la cucina tradizionale.” Per quanto riguarda, ad esempio, il sushi in Giappone ci vogliono anni di pratica presso un Maestro , prima osservandolo, poi pian piano il Maestro affida compiti più elevati. Una formazione che richiede dedizione e grande impegno. Le nuove generazioni sono disponibili a questo? “Si, assolutamente. Credo che anche adesso ci sono tanti giovani che cercano di  apprendere le tecniche dei maestri, dedicandosi con grande impegno alla trasmissione delle tradizioni.” Washoku :  possiamo dire che anche negli oggetti, preziosi e non, esprime l’essenza di quanto ci circonda ? E la condivisione? “Penso che il Washoku, in ogni suo piatto ed a suo modo, esprime lo spirito del «rispetto per la natura», che è alla base del pensiero giapponese. Per promuovere in modo capillare questa idea, l’Agenzia degli Affari Culturali si impegna a mandare  all’estero persone legate alla cultura gastronomica in qualità di «ambasciatori degli scambi culturali».” Le tradizioni giapponesi hanno poi altre Vie come la Cerimonia del tè. Codificata dal Maestro zen Sen No Rikyū.  Donare il proprio cuore. Chadō viene ancora trasmessa con il suo spirito originale ? “La via del tè, l’ikebana e la via dell’incenso sono prinicipi che regolano la «Cultura della Vita». Ancora adesso lo spirito della via del tè è sostenuto da tantissime persone, che lo esprimono nel suo valore tramandato. Per la prossima generazione, l’Agenzia degli Affari Culturali organizza tanti progetti in cui i bambini possono vivere le esperienze della cultura della vita. Inoltre, da quest’anno, l’Agenzia ha intrapreso ricerche sulla Via del tè, dei fiori e della cucina locale per capire la loro vera situazione attuale.” Per concludere : questo evento rappresenta un momento importante di conoscenza per i visitatori di Expo. Non solo per quanto riguarda la tradizione gastronomica ma anche per l’esposizione di antiche opere d’arte quali i paraventi del XXVI. Sarà possibile ripeterlo in un futuro con un altro grande evento in Italia ? Grazie per la Sua disponibilità  Ora è in cantiere un progetto per una mostra sull’arte del Buddismo, che terremo in Italia l’anno prossimo. Vogliamo promuovere una collaborazione più intensa con gli italiani e poter approfondire gli scambi culturali tra Giappone e Italia.”








mercoledì 15 ottobre 2014

GERUSALEMME IN ESPOSIZIONE IL PIU’ ANTICO LIBRO EBRAICO


 Al Museo Delle Terre della Bibbia di Gerusalemme, potrete visionare un capolavoro  : il più antico libro ebraico di preghiere o Siddur ,  nell’ambito della mostra internazionale  the Book of the Book “ Il Libro dei Libri “.    E’ il più antico libro della liturgia ebraica  di 1200 anni fa . Testo di 50 pagine, scritto su pergamena in ebraico antico che  include parti delle preghiere del Sabato (Sabbath) mattina, inni liturgici, e l’Haggadah della Pasqua ebraica. Il libro  è nella sua rilegatura originale e proviene dal Medio Oriente. Utilizzando sofisticati metodi di datazione al carbonio si è scoperto che si tratta del più antico libro ebraico di preghiera esistente, datato alla prima metà del IX secolo d.C. durante il periodo dei Geonim babilonesi,  i capi spirituali generalmente accettati dalla intera comunità ebraica nei primi anni del Medioevo. Fu durante questo periodo che Amram Gaon, uno dei principali Geonim, scrisse per la prima volta una liturgia ordinata  per l’uso in sinagoga e in casa. Questo libro di preghiere serve ancora come base per il servizio di preghiera nelle comunità ebraiche in Israele e nel mondo. Il libro di preghiera contiene tre parti principali, il servizio di mattina, le poesie liturgiche e l’Haggadah, la lettura durante il Seder della Pasqua Ebraica . Lo studio del testo è in corso e dovrebbe concludersi nel 2015. La mostra “Il Libro dei Libri”, presentata in collaborazione con Verbum Domini, espone i più importanti testi biblici mai visti in Israele in un’unica esposizione. La mostra, che ripercorre le radici ebraiche del Cristianesimo e la diffusione della fede monoteistica, presenta, tra gli altri, i frammenti dei Settanta, le prime Scritture del Nuovo Testamento, splendidi manoscritti miniati, rari frammenti provenienti da Geniza del Cairo e le pagine originali della Bibbia di Gutenberg . Gerusalemme, veduta della città antica . Foto per gentile concessione ©Per ulteriori informazioni  : Museo delle Terre della Bibbia: Museum Row, 25 Avraham Granot Street, P.O Box 4670,Gerusalemme. www.blmj.org/en/ 






mercoledì 25 giugno 2014

MILANO : MOSTRA DI XU HONG FEI

                  
Inaugurata a Milano   l’anteprima milanese della  mostra antologica dedicata alle opere del  Maestro dell’Arte scultorea cinese Xu Hong fei.  Il  Maestro Xu Hong Fei presenta le  sue opere realizzate in giada e bronzo.    Saranno proposte alla visione del pubblico molte delle più significative sculture dell’artista, il quale ama raffigurare soprattutto opulente ma aggraziatissime figure muliebri. Credo che l’emblema più espressivo delle creazioni scultoree del Maestro Xu possa essere considerata una armoniosa composizione in cui un uomo alto, slanciato, sottile regge a braccia alzate una opulenta figura femminile che china il capo verso di lui e gli porge le labbra in un tenero bacio d’amore “. (articolo tratto dalla prefazione del volume di presentazione dell’esposizione itinerante del Maestro Xu Hongfei)  Potrete ammirare dei veri  capolavori .  Capolavori già esposti in sedi prestigiose internazionali.  Londra, al Louvre di Parigi, nelle Capitali più importanti europee e  asiatiche come Shanghai .  Milano  rappresenta  una tappa importante per consolidare anche il legame tra Cina e Italia. Xu Hongfei : il suo amore per l’arte e l’estetica si manifestano  fin da piccolo. Fantasia e creazione , viaggi “mentali e fisici “ . Particolare la sua visione del mondo femminile.  Fino al 20 Luglio i lavori dell’artista verranno esposti al Circolo della Stampa, Corso Venezia , 48,  alla Mediateca Santa Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense, all’ Idroscalo e nel cortile antistante il Museo Civico di Storia Naturale di Corso Venezia. L’evento è organizzato dal Circolo della Stampa, la Fondazione Amici del Circolo della Stampa, il Maestro Xu Hong Fei e New Life Advertising . Il Circolo della Stampa , “Casa dei Giornalisti italiani” ha sede nel  prestigioso palazzo ottocentesco, restaurato agli inizi del 1900 dall’illustre famiglia Bocconi da cui prende il nome  Palazzo Bocconi.La famiglia     ha  fondato anche l’omonima Università, famosa nel mondo per aver formato economisti e politici . David Messina è Presidente Fondazione Circolo della Stampa di Milano .  Vicepresidente Circolo della Stampa . Consigliere Ordine Nazionale dei Giornalisti. Foto per gentile concessione © Per informazioni Tel. 02/76022671









martedì 24 giugno 2014

LIBRO : LE INFRADITO DI BUDDHA di ZAP MANGUSTA

                                      
Guida orientale per disorientati “ ! Su questo però ,personalmente, non sono d’accordo : dopo aver letto il libro !  A voi l’ultima parola. Vi chiederete perché Zap Mangusta è andato sull’Himalaya . Lo conosco da anni e mi aspettavo che prima o poi intraprendesse un “ viaggio “ di questo genere ! Sapete perché ? Ve lo racconto. Anni fa uscì un suo libro: Platone e la legge del pallone (Rizzoli ). Ve lo consiglio. Un libro dedicato a suo padre Bruno Pesaola “ Petisso “ famoso calciatore e allenatore . Lo presentò a Milano e Salsomaggiore con accanto il Maestro Zen Fausto Taiten Guareschi. Un dialogo che “rimbalzava come il gioco di una palla “. Il Maestro disse “ se c’è un simbolo vero nella cultura Zen è proprio la sfera! I maestri Zen si fanno seppellire in una grande sfera. Libero pensiero …sinonimo della cultura Zen. …sono partito da qui… .Ora credo che proprio questi incontri abbiano lasciato un seme in Zap che negli anni è germogliato …..fino a portarlo sull’Himalaya ! Le infradito di Buddha : non aspettatevi il solito libro . Questo suo viaggio ci racconta non solo un mondo a noi lontano, la religione, la cultura, la fede , ma anche quanto sia importante mettersi in relazione con gli altri. Pag.184 …..”Ma sono i miei compagni di viaggio e devo aver fiducia in loro. “. Un libro, un saggio, con approfondimenti.  Un racconto di vita personale. Aneddoti divertenti . 335 pagine che si leggono d’un fiato . Su cui riflettere anche. Non per nulla …..ci dice “ di gettare via le nostre sofisticatissime sneakers per indossare invece delle semplici infradito”. Correre non serve a nulla ! Curiosità : pag . 11  …la sua illuminazione in cucina  : forse gli ha ricordato “ Istruzioni a un cuoco zen “ di Dogen Zenji.   Zap Mangusta ha presentato il libro anche a Milano con una conferenza  dal titolo : Alla ricerca del senso perduto  (Guida orientale per disorientati)- “ In tempi di trasformazione e deragliamento è indispensabile riallacciare i legami col proprio spirito. Un viaggio sull’Himalaya può essere utile per scoprire che lo stile di vita orientale, abituato all’impersonalità,  all’ immanenza e alla provvisorietà, può insegnarci la giusta prospettiva per affrontare questi giorni inquieti, suggerendoci curiosamente di gettare via le nostre sofisticatissime sneakers per indossare invece delle semplici infradito.” Ha ricordato Claudio Rocchi in apertura . La prima persona che lo ha avvicinato all’India. Ha presentato le 5 I : Inscindibilità: inscindibili in yoga e meditazione; Interdipendenza : legata agli insegnamenti del Buddha , tutto è collegato, quindi se tutto è collegato non esiste niente; Inconsistenza: un concetto particolare nella cultura indiana , un vuoto che però è pieno ; Impersonalità: capacità di eliminare l’individualismo; Immanenza : visione intensa del presente.Se metto tutte queste I insieme scopro una leggerezza che prima faticavo a immaginare “ dice Zap . L’intervento si è svolto  nell’ambito  del Primo Festival Internazionale della letteratura Religiosa-Sublimar , Società Umanitaria, Milano.  Biografia Autore - Zap Mangusta, attore e regista teatrale, autore di  programmi televisivi di successo (Scherzi a parte, Barracuda, Raccomandati ecc),  primo inviato de Le Iene, Oscar della radiofonia con Radio Zanzibar, ha scritto Le mutande di Kant, I calzini di Hegel, Il flipper di Popper  (per i tipi di  Piemme) e Platone e la legge del pallone (Rizzoli). Da tutte queste attività, trae origine il suo ultimo progetto filosofico, in onda per tre stagioni su Radio 2 RAI: Così parlò Zap Mangusta, che superando il milione di ascoltatori è stata una delle trasmissioni più seguite e  scaricate d’Italia. Ha condotto seminari e conferenze di filosofia della comunicazione presso numerosi istituti, tra cui la Bocconi di Milano,   la Sapienza di Roma e l’Istituto Orientale di Napoli.  Resto in attesa della foto di Zap sull’Himalaya ! Foto per gentile concessione ©Zap Mangusta. Foto conferenza ©Piero Vagli . Le infradito di Buddha , Ponte alle Grazie , Pag.335








 

 

LIBRO: ELOGIO DEL MUSCHIO di VĖRONIQUE BRINDEAU

                                      
Scrivere la recensione del libro Elogio del Muschio ( Casadeilibri Editore ) non è facile. Perché ? Perché questo libro ci “indica la Via alla conoscenza del muschio”.
Immagini bellissime che , forse più delle parole, introducono al suo uso nella tradizione giapponese. “ Muschi d’un verde profondo , la polvere del mondo è lontana “ Sen no Rikyū ( citazione retro cover copertina ). Conosceremo  Il muschio dei templi buddhisti ,  dei giardini zen,
delle lanterne di pietra,  delle case dedicate alla Cerimonia del Tè, delle cascate d’acqua fresca. Il muschio che  rappresenta pace, silenzio, invita alla riflessione , a lasciarsi andare all’emozione dei suoi colori e delle forme che assume. Un tappeto che invita a sedersi, coricarsi. La tentazione è pubblicare solo alcune foto e lasciare a voi la sua lettura !  Erano prima del tempo degli uomini, ben prima di quello degli alberi e dei fiori .. Così inizia il capitolo primo del  libro di Véronique  Brindeau “….
I monaci in pellegrinaggio vi posano il capo e sognano. I giardini li accolgono e li accostano a templi. Sulle tettoie di paglia degli eremi, sopra ogni paletto tarlato, come fiori alla merce del vento lungo il cammino. Il giardino che porta alla casa del te, dove si reca chi vuole affrancarsi dal mondo, e tessuto di muschi. Essi sono l’immutabile e unico scenario del teatro nō, dipinti sui rami di antichi pini tutti nuovi, al - crocevia dei sogni-  dove i vivi e i morti si parlano per mezzo di immagini. Eccoli comparire in una poesia del x secolo, estratta dal Kokinshū, che il Giappone si è  scelto per inno:

Possa il Vostro regno

durare mille e mille generazioni

fino a quando le pietre

diverran rocce

tutte coperte di muschio

Di quest’epoca che precede la storia, i giardini giapponesi serbano memoria. Come di tutto ciò che conserva traccia della grande età, si prendono cura di questo testimone facendogli posto attorno ai templi e innalzano al rango di tesoro il muschio più  semplice, come noi facciamo per venerabili querce, alberi monumentali e rose. Cosi a Kyōto, dove vibrano per i giapponesi le più delicate tonalità  di una natura nella quale amano riconoscersi, un Tempio dei profumi dell’Ovest, più  conosciuto come Tempio dei muschi, ha un manto vegetale che si limita a quest’ordinario ospite dei boschi: il più umile e il meno intenzionale dei tappeti verdi, dono del tempo che passa, che l’attenzione dei giardinieri trasforma in un fresco drappeggio di smeraldo disteso tra aceri, canfori e cedri. Al punto che questo luogo eletto del buddhismo zen, il cui nome originario ricorda l’orientamento, ad occidente della villa, e la direzione del ponente, paradiso del Buddha, rappresenta oggi uno degli archetipi del giardino giapponese, ammirato come i giardini secchi piu celebri e primo nelPantheon orticolo del Giappone. Poichè e proprio in Giappone, e là  solamente, che si ammirano e coltivano questi muschi modesti, detestati dai nostri giardinieri, intenti al contrario ad estirparli. Se il Giappone li apprezza, cura e coltiva, l’Occidente di norma li ignora o li caccia: nemici giurati dei  tappeti erbosi, essi deliziano solo qualche botanico.

Immerso nel pensiero

dei ciliegi in fiore

sopra il muschio

stabilisco il mio giaciglio

e sonnecchio a primavera “

Veronique Brindeau, insegna storia della musica giapponese all'Institut National des Langues et Civilisations orientales. è coordinatrice editoriale alla Cité de la musique.  Ha pubblicato delle traduzioni dei racconti di Ikezawa Natsuki e una raccolta di poesie di Ogawa Shizue e scritto, con Frédérique Clément, Le jeu des fleurs, Hanafuda .  Elogio del muschio Pagine 108 illustrato, Foto a colori. Traduzione di Lorenzo Casadei.  CasadeiLibri Editore Collana Porte d’Oriente. Foto © per gentile concessione Casadeilibri Editore . Ve lo consiglio caldamente : un libro unico nel suo genere. Vi  ricordo che Casadeilibri Editore ha partecipato al Primo Festival Internazionale delle Religioni Sublimar, Società Umanitaria, Milano. Il libro è stato esposto tra i rami e l’antico tronco di una spettacolare glicine. Collocazione perfetta.Foto©mgrazia toniut copyright

 
http://www.casadeilibri.com/scheda%20elogio%20muschio.htm










venerdì 16 marzo 2012

ISOLE MALDIVE



Torno oggi ad occuparmi delle Isole Maldive. In archivio trovate un articolo del 28 giugno 2011 “Four Seasons Kuda Huraa Resort “ e in data  26 ottobre 2011   “MALDIVE : NUOVO MARINE DISCOVERY CENTER AL FOUR SEASONS KUDA HURAA “ (Foto per gentile concessione – copyright -  www.fourseasons.com/maldives. ). L'arcipelago delle Maldive è situato a cavallo dell'equatore  a sud-ovest dello Sri Lanka  nell'Oceano Indiano.  E' composto da circa  1.190 isole coralline  intorno a 26 atolli dalla forma rotonda . Questi  atolli si sono formati  nascendo dall'oceano  e sono davvero unici. Ogni atollo e' caratterizzato da una barriera corallina circondata da una laguna, con canali profondi che dividono la scogliera a forma circolare. Solo 200 circa sono le isole   abitate e poco meno di 90  hanno  villaggi turistici. Difficile comunque farne una stima esatta. Le barriere coralline o Reef  presenti hanno acque  tiepide e poco profonde e sono una delle aree coralline più famose del mondo . Le barriere coralline  sono piene di vita e sono caratterizzate da innumerevoli creature marine e coralli dai colori vivaci .  La cultura maldiviana è caratterizzata da molteplici influssi che troviamo nell’ arte, nelle  credenze e nella  lingua . La Religione è prevalentemente islamica, pur essendo presenti tradizioni buddhiste. La fusione di varie culture  è presente anche nell'arte maldiviana. La musica, suonata con il bodu-beru (un grande tamburo), somiglia al rullo di tamburo africano. Il dhoni (una barca a vela unica) e' una forma d'arte, creatasi grazie ad alcuni artisti navali specializzati, che ha notevoli rassomiglianze con le barche arabe. Particolari i  disegni geometrici utilizzati nei tessuti dei tappeti , nei ricami  dei tradizionali abiti da donna, e  negli  ornamenti. Gli abitanti delle Maldive sono cordiali, aperti, disponibili. Pur cercando di  mantenere la loro identità e  le tradizioni. Nel 1995, importanti zone marine sono state nominate zone protette. Specie marine in via di estinzione come lo squalo balena, le tartarughe marine, i delfini ed i coralli, sono  protetti dalla legge . Hanifaru, nell' atollo di Baa, una baia che sembra una laguna, e' tra le aree protette piu' recenti.  Cucina. Gli isolani mangiano ancora pesce ed i pescatori trascorrono le loro giornate in mezzo al mare. La cucina maldiviana è  semplice,  saporita,  piccante o speziata Il pesce  più utilizzato è  il tonno,  pescato con lenza al traino affinchè  la carne sia più tenera. Il  pesce è  alla griglia o al forno.  Le spezie più utilizzate sono il curry,  in polvere o in foglie, e il peperoncino. Tra i  piatti principali  riso bollito o fritto,  uova, verdure cotte,  banane,  cocco anche per  dolci buonissimi. La bevanda principale è il tè, servito solitamente freddo e molto dolce. La gastronomia maldiviana  attinge  dalla tradizione culinaria  dello Sri Lanka e dell’India meridionale. Utilizzo di noci di cocco . E’ presente anche un’ottima cucina internazionale. Da ricordare :  le Maldive uno stato mussulmano quindi  il consumo di bevande alcoliche è vietato alla popolazione locale. La maggior parte dei resort, però, e le barche da crociera hanno il permesso di servire alcolici. Bevande nazionali sono i succhi di frutta e i preparati a base di latte di cocco. Una vacanza alle Maldive è davvero unica.  Villaggi tranquilli di pescatori, ombreggiati da alberi,   gite notturne tra le barriere coralline (offerte in molti resort) per  la pescare e cucinare il pesce appena preso. Visitare per rilassarsi  un'isola vergine,  deserta e' un'esperienza unica. Spiagge bianche  e  acque cristalline. Un sogno.
 Foto per gentile concessione – copyright - the Maldives Tourism Board


Male


 http://www.visitmaldives.com/   www.fourseasons.com/maldives
http://www.lilybeachmaldives.com/                www.tajhotels.com/maldives/