lunedì 25 febbraio 2013

MILANO MODA DONNA A/I 2013/14 : LARDINI e RVR


                                                                    
 
                                                            
Lardini e RVR hanno presentato le prime collezioni donna per la prossima stagione autunno inverno che si sviluppano sui capispalla : cappotti e giacche.  La collezione Lardini donna riscopre in chiave contemporanea l’eleganza dei capispalla degli anni Cinquanta e Sessanta.  Interessante e particolare  il ‘cappotto scomponibile’   con una doppia abbottonatura che permette due utilizzi in  base al clima. Nei giorni invernali più miti si può indossare come un classico cappotto,  nelle giornate più fredde  può essere  accoppiato  ad un piumino: è contenuto in una piccola busta di nylon comodamente trasportabile in borsa. Ideale anche per il viaggio.  Le linee sono femminili,  i volumi  si ispirano anche al  passato con maniche tre quarti, svasature che sottolineano il punto vita oppure viene rivisitata  la  linea a uovo di quegli anni. Dettagli: piccoli revers,  bottoni d’ispirazione retrò,  impunture sartoriali, colli arrotondati. Tessuti frutto di un’accurata ricerca negli archivi tessili, alleggeriti nei pesi.  RVR Lardini : una collezione di cinque modelli di capispalla reversibili realizzati con tessuti naturali da un lato e tessuti water repellent dall’altro. Anche questa utilissima in viaggio. Capi leggeri che non ingombrano in valigia. Con questa collezione  dedicata alla donna, Lardini si conferma,  ancora una volta, per la qualità sartoriale del  made in Italy. Vi ricordo che il  gruppo di Filottrano ( Ancona ) è  specializzato in abbigliamento maschile:  ora entra nel mondo femminile con la stessa capacità imprenditoriale e creativa. “Ci ha premiati l’impronta sartoriale della nostra produzione, che ha radici nella storia del nostro territorio. Anche nella difficoltà  dell’economia globale, spiega il presidente Andrea Lardini , da sempre convinti assertori del made in Italy, abbiamo continuato a produrre in Italia. La Cina e altri Paesi emergenti, per noi rappresentano mercati in cui esportare. Non mercati in cui delocalizzare le nostre produzioni”.







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