venerdì 7 novembre 2014

TREVISO mostra dedicata al Giappone “ GIAPPONE. DAI SAMURAI A MAZINGA CON HOKUSAI, HIROSHIGE e UTAMARO”

                           
A Treviso, nella prestigiosa sede della Casa dei Carraresi , fino al 31 maggio  2015, in mostra una serie di  capolavori d’arte giapponese.  Un’occasione per conoscere questo magnifico Paese , la sua storia millenaria ricca di fascino. Bellezza e raffinatezza . Dai samurai al mondo fluttuante che troviamo solo in Giappone. Samurai : la figura del guerriero - bushi  protagonista della  storia giapponese dal XII al XIX secolo. Una classe militare, addestrata,  che di fatto lasciava all'Imperatore, solo il compito di guida spirituale.  I samurai giuravano incondizionata  fedeltà agli  shōgun (“generalissimo”) sacrificando a volte  anche la loro vita. Disciplina ferrea, ideali , eccellente addestramento. L’arma : la spada giapponese forgiata dai Maestri di spada in puro metallo. Foto  :  Armatura per samurai. Giappone, periodo Edo, XVIII secolo. Metallo, cuoio e tessuto. Collezione privata. Nō : teatro   giapponese  può essere definito il teatro dell'anima. Corrisponde ai  principii del Buddhismo Zen.  Tra il  XIV e il XV secolo vennero rielaborate le forme teatrali più antiche , protette dallo shōgun e dell'aristocrazia militare. Costumi sofisticati, eleganti . Foto : Costume per il teatro Nō .Giappone, periodo Edo, XIX secolo. Seta ricamata e carta dorata, cm. 160 x 140. Milano, Museo delle Culture. Rappresentano dei veri capolavori di arte tessile, qui impreziosita con il diffuso utilizzo di oro e  argento. In mostra anche dieci preziose maschere (men)  appartenenti al Teatro Nō. Uno strumento dell'attore che veniva  realizzato da intagliatori specializzati. Rappresentano lo specchio di sentimenti e passioni, divine e terrene. Nella sezione Inrō, netsuke, ojime anche un kimono  femminile, uno maschile.  Tre obi  , fascia che ginge la vita,   oggetti da toeletta,    lacche - scatole, portavivande, servizi da scrittura,  e due strumenti musicali tipici giapponesi, i famosi samisen e koto. Curiosità: le scatoline inrō, i fermagli netsuke e gli anellini ojime  erano accessori da uomini . Venivano annodati con un cordone all’obi e contenevano il  sigillo personale, monete,ecc.  Capolavori di laccatura e intaglio. Le signore , di ogni ceto, non indossavano  gioielli : solo attenzione alle pettinature. Foto:  Kannon

Giappone, prima metà del XIV secolo. Legno e rame dorati, pasta vitrea, h. cm. 155 Torino, Museo d'Arte Orientale. Questa spettacolare scultura, raffigurante Kannon (in sanscrito Avalokiteśvara), il bodhisattva della compassione e misericordia , era collocata originariamente in un importante tempio buddhista giapponese. La figura, elegante e mistica, posa su un elaborato basamento con finale a fiore di loto. Di straordinaria ricchezza l'ingioiellatura. Ogni religione e filosofia sono tollerati dal popolo giapponese  Shintōismo, Buddhismo,  Confucianesimo e  Cristianesimo. Foto :  Leone buddhista.Giappone, periodo Edo, ultimo quarto del XVII secolo.Porcellana  invetriata e dipinta, h. cm 42. Trieste, Museo Storico del Castello di Miramare. Questa imponente scultura in porcellana è stata realizzata in Giappone esplicitamente per il mercato europeo. Realizzata nelle fornaci ubicate nell'area di Arita (isola di Kyūshū), è stata dipinta con smalti brillanti della famiglia cosiddetta 'Kakiemon'. Oggetti simili ornavano i palazzi aristocratici più importanti d'Europa, come Burghley House in Inghilterra, che ospita una coppia simile a questo fin dal 1688. La Cerimonia del Tè Chanoyu rappresenta in assoluto l’estetica giapponese.  Chadō “Via del Tè” venne codificata nel XV-XVI secolo da intellettuali e monaci  affiliati al Buddhismo Zen. Un rito che rappresenta un “dono “ donare sé stessi attraverso una tazza di tè.  I principii  si basavano e si ispiravano ai concetti di wabi e  sabi. Semplicità,  austerità. Gli stessi utilizzati oggetti fanno parte del rito così come l’ abbigliamento. La Casa del Tè era ed è il luogo preposto quasi sempre in un giardino . In mostra è ricostruita una antica sala da tè con i suoi semplici arredi e tutti gli oggetti di rito. Foto in apertura : Hiroshige 2: Utagawa Hiroshige: “Pioggia serale sul ponte Ohashi ad Atake” (Ohashi Atake no Yпdachi), dalla serie ”Cento Vedute dei Luoghi Celebri di Edo” (Meisho Edo Hyakkei), 1857.  Foto  VAN GOGH 2: Vincent van Gogh (1887). Ukiyo-e, le immagini del Mondo Fluttuante.  L'ukiyo-e, letteralmente le “immagini del Mondo Fluttuante”, è il genere artistico che meglio ha descritto una parte della società giapponese, la vita  degli abitanti  delle più importanti città  del periodo Edo (1603-1868). Edo (l'attuale Tokyo), Kyoto e Osaka.  Già sul finire del XVII secolo, gli artisti affiliati all'Ukiyo-e  iniziarono a sperimentare l'uso della stampa per soddisfare la richiesta di immagini da parte della borghesia cittadina. Attraverso le stampe è possibile conoscere  quel mondo in cui i piaceri effimeri occupavano un ruolo centrale. Considerate dei capolavori della stampa xilografica. Coinvolgevano l'artista, che concepiva e disegnava l'opera; l'incisore, che trasferiva il disegno sulla matrice in legno; lo stampatore, che la riproduceva utilizzando una policromia raffinata; l'editore, che si assumeva il rischio di produrre certe opere piuttosto che altre. Un centinaio le stampe esposte in mostra, tra opere di Hokusai, Utamaro, Hiroshige, Eisen e di altri artisti tra il XVIII ed il XIX secolo. Presenti anche  le due stampe di Hiroshige che furono modello per Van Gogh che  le copiò a testimonianza del suo apprezzamento per l’arte giapponese. Accanto a queste opere vi saranno anche le riproduzioni degli originali custoditi al Museo Van Gogh di Amsterdam.  Foto :  Beltà femminile. Giappone, metà del XIX secolo. Bambola in legno, carta, tessuto e gofun, h. cm. 35,5.Università degli Studi di Padova, Centro di Ateneo per i Musei, Museo di Antropologia. Una bellissima bambola raffigura una tipica beltà femminile. Vestita di abiti lussuosi, si ripara da sole o pioggia con un ombrellino, rivolgendo lo sguardo verso l'alto in una posa seducente. Questo genere di bambola si chiama ishō-ningyō, un termine che fa riferimento proprio alla preziosità dei tessuti. Foto :  Toyotomi Hideyoshi. Giappone, metà del XIX secolo. Bambola in legno, carta, tessuto, metallo e gofun, h. cm. 39. Università degli Studi di Padova, Centro di Ateneo per i Musei, Museo di Antropologia. Le bambole raffiguranti samurai (musha-ningyō) sono solitamente utilizzate per la Festa dei bambini del 5 maggio. In questo caso si tratta di Toyotomi Hideyoshi, il grande condottiero vissuto nel XVI secolo: vestito di armatura sulla quale si sovrappone il giacchino jinbaori decorato con il suo emblema araldico a forma di paulonia (kiri), porta sulla testa il solito copricapo cerimoniale kōburi, mentre sulle spalle tiene arco e frecce.   Eccezionalmente esposte, e restaurate proprio per la mostra, una decina di  preziose bambole, di misura ragguardevole, tutte vestite secondo gli antichi costumi (con armature, kimono, ecc). Foto : bellissimo   “Scene dal “Romanzo del Principe Splendente”. Giappone, Scuola Tosa, periodo Edo, fine del XVII-inizio del XVIII secolo. Paravento a sei ante dipinto a inchiostro e colori su carta, cm. 172 x 375  Brescia, Musei Civici d'Arte e Storia. Illustra alcuni brani del “Romanzo del Principe Splendente” (Genji monogatari), l'opera letteraria più importante della storia giapponese, scritta tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo dalla dama di corte Murasaki Shikibu.  A questo proposito vi consiglio di leggere il libro Genji il Principe splendente . Edizioni Einaudi . Capolavoro della letteratura giapponese.  Shōdō la “Via della scrittura” nella sala dedicata.  Si tramanda  che sia stato inventato da Kōbō Daishi (774-835), il monaco che diffuse nell'arcipelago i precetti del Buddhismo esoterico. Il sistema di scrittura giapponese  si combina  con caratteri cinesi . Un’arte che richiede concentrazione – meditativa. Un solo tratto di pennello. Pennello che viene imbevuto di inchiostro  precedentemente sciolto con acqua sulla pietra . La mostra farà conoscere anche la bellezza e raffinatezza del mondo delle Geisha, fino ai Robot eroi dei Manga. Disseminati lungo tutto il percorso espositivo, i Robot, giunti in Italia negli anni Settanta grazie ai primi fumetti e video animati, come Mazinga Z Le opere selezionate – 190 esemplari di misure diverse fino ai 60 cm di altezza –, databili tra il 1972 ed il 1984 - rappresentano un patrimonio di cultura pop, eredità di un’epoca che sognava un futuro con occhi ingenui e che ha instillato ad almeno due generazioni il rispetto e l’ammirazione per la creatività giapponese. In  esposizione  oltre 500 reperti, tra oggetti d’arte databili tra il XVII e il XX secolo, prestiti da collezioni private e museali. Proposta da Sigillum - curata da Adriano Màdaro e Francesco Morena allestita dagli architetti Marco Sala e Giovanna Colombo. Catalogo : Misure: cm. 25 x 33 . Stampato su carta patinata deluxe 180 gr., rilegato e cucito con capitelli, copertina cartonata con sovraccoperta plastificata . Contiene i saggi dei curatori e degli esperti del comitato scientifico, un “portfolio” fotografico di grandi dimensioni con un’ampia scelta dei reperti e le schede fotografiche a colori con relative didascalie di tutti i 511 oggetti esposti in Mostra. Casa Editrice:  Sigillum, curatori: Adriano Màdaro e Francesco Morena.
 Casa dei Carraresi fino al  Info e prenotazioni: Tel. 0422 513150


 
www.laviadellaseta.info

 




















 

 

 

 

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