GIANNI VERSACE SARAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI
15 luglio 1997 a Miami viene tolta la vita a Gianni Versace. Non voglio ricordare quei giorni . Voglio ricordare un grande “
artista “ della moda , un uomo di profonda sensibilità e umanità. Il mio
ricordo personale. Ho conosciuto Gianni verso la fine degli anni Ottanta quando
lavoravo ancora come stilista. A volte ci si incontrava e uno scambio di
opinioni non mancava mai. Sempre molto disponibile. Poi nel 1992 nasce Convivio.
Una sua intuizione . Con Giorgio Armani,
Gianfranco Ferrè e Valentino. I grandi della moda danno vita ad un
evento benefico e di solidarietà. Dedicato alla ricerca scientifica sul virus HIV . Sono stata responsabile dei volontari dalla prima edizione
del 1992 al 2000 ( forse anche nel 2002
non ricordo ). Indimenticabile la prima edizione al Castello Sforzesco di
Milano. Con ospiti famosi, internazionali,
come Sting . Gestivo i volontari , impresa non facile, ma grandissimo
era lo spirito di collaborazione e serietà. In particolare alla serata
inaugurale quando si scatenò un temporale spaventoso. Eppure tutti noi eravamo
tranquilli a gestire la situazione. Così fu negli anni successivi. Migliaia di
volontari pronti a dedicare il loro tempo a questa iniziativa. Avendo vissuto in prima persona , dall’esordio, Convivio , pubblico un estratto che riguarda la sua nascita , dal libro: GIANNI
VERSACE La biografia un libro avvincente e accurato di Tony Di Corcia con la
prefazione di Giorgio ARMANI . Edizioni Lindau | Collana «Le
comete» Pag.193 1992. L’anno di Convivio……………………… Durante un viaggio a New York Versace resta colpito da una
manifestazione organizzata per raccogliere fondi da destinare alla ricerca
contro l’Aids. «Seventh on Sale» è curata da «Vogue America» e permette di
acquistare i capi degli stilisti più importanti a prezzi accessibili. Il
ricavato veniva completamente devoluto a scopo benefico. Versace ricava
un’impressione esaltante da questa iniziativa e la porta con sé al rientro in
Italia. È il 1992 e lo stilista ritiene che anche l’Italia potrebbe avviare una
kermesse di questo genere. Ne parla con Franca Sozzani, direttore di «Vogue
Italia” e si convincono che la moda italiana potrebbe fare qualcosa di concreto
in questo senso……………………«Bisogna rompere le barriere, esporsi – ammonisce lo
stilista – non si può più stare zitti, far finta di niente». …..Versace vuole
un’iniziativa che coniughi charity e informazione, in un’atmosfera di festa e
speranza, senza alcuna angosciosa pensosità. Il semiologo Omar Calabrese
individua come nome per la manifestazione la parola «Convivio» – che significa
«banchetto», ma richiama soprattutto il vivere insieme – per accentuare lo
spirito positivo che anima il progetto. All’appello di Versace rispondono
subito Armani, Ferré e Valentino, uniti per una causa nobile …… Ricordo le prime riunioni per mettere in moto la ricerca dei
volontari. Poi il via il 10 giugno del 1992. Serata inaugurale al Castello
sforzesco. Ospiti internazionali come Sting. Noi volontari tutti pronti
nell’area riservata al “ mercato -vendita “ . Esperienza indimenticabile , come
le successive, durata fino al 15 giugno. Il ricavato devoluto ad Anlaids.
Grazie Gianni ! Per questa tua intuizione. E grazie al fratello Santo Versace
per la sua presenza e sostegno in quei giorni. Anche nei momenti di difficoltà. Credo di poterlo
affermare anche a nome di tutti gli altri volontari. Vi segnalo un
libro che ben ci farà conoscere la vita
di Gianni Versace. Una biografia ,
uscita a vent’anni dalla sua scomparsa : la sua vita, la sua arte, le
testimonianze degli amici più intimi e dei collaboratori più vicini a lui.
Figlio di una sarta di Reggio Calabria inizia ad amare la moda nel negozio di
famiglia. Poi il successo internazionale, esplode la sua creatività. Vestirà
personaggi famosi come Lady Diana e lo ricorderemo anche per i costumi di
alcuni balletti del famoso coreografo
Maurice Béjart . Una vita la sua interrotta, tragicamente. Prefazione di Giorgio Armani. «Quale ricordo conservo di Gianni Versace? Quello di una
fantastica esuberanza, di un senso di allegria che tutto mescola –
idee, tendenze, memorie, arte – con una specie di noncurante vitalità. Era
un grande creatore, e il passare degli anni non fa che
sottolineare quello che era il suo talento.» Giorgio Armani. GIANNI VERSACE La biografia, un libro avvincente e
accurato , di Tony Di Corcia con la prefazione di Giorgio ARMANI .
Edizioni Lindau | Collana «Le comete» pp. 288 € 24,00 . Fotografia
in copertina: © The Miami Herald [1993]. Scoprirete
foto inedite dell'album privato e scatti d'autore. Inoltre una serie di
bozzetti originali con cui l'artista Manuela Brambatti rende omaggio ad alcuni dei suoi abiti e
costumi teatrali . Pubblico un’intervista a Tony Di Corcia gentilmente
concessa dalla Casa Editrice Lindau. Tony di Corcia, come mai ha deciso di raccontare proprio la vita di
Gianni Versace? Ritengo che Versace
sia stato uno dei personaggi più interessanti del Novecento, e non solo per il
modo in cui ha saputo influenzare la moda e i costumi del suo tempo. Inoltre,
la sua intera esistenza ha avuto i toni di una vera e propria fiaba: quella del
figlio di una sarta calabrese che, innamorato della moda, riesce ad affermarsi
come uno degli stilisti più prestigiosi a livello internazionale, capace di
vestire le rockstar e le principesse. Purtroppo, questa vita si è chiusa con i
toni tipici della tragedia e anche questo, se vogliamo, accentua il fascino
letterario di questo personaggio. Anche per questo motivo, ho voluto aprire il
libro con un proemio al posto della tradizionale introduzione: mi piaceva
l’idea di anticipare le tappe salienti di questa esistenza a suo modo epica,
eroica, certamente straordinaria. Per raccontarla, ho pensato di ascoltare la
voce delle persone che hanno lavorato con lui, le imprenditrici che per prime
hanno puntato sul suo talento (come Marisa Zanetti e Donatella Girombelli), le
giornaliste che hanno raccontato la sua affermazione come designer (Adriana
Mulassano, Giusi Ferré, Gisella Borioli, Natalia Aspesi); ho intervistato anche
alcune artiste che hanno vestito i suoi abiti sulla scena: l’étoile Luciana
Savignano (che, per prima, ha indossato i suoi costumi disegnati per il
teatro), Patty Pravo, Alba Parietti. Inoltre, essendo stato un eccezionale
pigmalione per molte top model, ho voluto raccogliere i ricordi di Dalma
Callado, Marpessa, Eva Herzigova, Nadège, Eve Salvail. La prefazione del libro è firmata da
Giorgio Armani, un vero e proprio evento per il mondo della moda. Per me è
stato un autentico onore ricevere la disponibilità del Signor Armani, le sue
parole hanno impreziosito il mio libro e gliene sarò eternamente grato.
Inoltre, questa prefazione ha effettivamente una portata “storica”. Per due
decenni, Armani e Versace sono stati contrapposti per quella tipica abitudine
italiana che aveva già alimentato i duelli tra Coppi e Bartali, Callas e
Tebaldi, Milan e Inter: effettivamente, erano estremamente diversi per stile,
personalità, scelte. Eppure, Versace e Armani sono stati i due volti di
una stessa medaglia, l’alfa e l’omega delle nostre capacità espressive nella
moda. A distanza di quindici anni dalla sua morte, è stato particolarmente
emozionante poter conoscere l’opinione di uno dei due protagonisti di questo
binomio che ha dato molto pepe alla moda italiana, in anni in cui la creatività
degli stilisti non era ancora condizionata dal marketing e inebetita dalle
celebrities. La moda, a quei tempi, era davvero di moda, e questo avveniva
soprattutto grazie al genio di due figure come Armani e Versace. Questo
è il suo secondo libro su Gianni Versace: è stato più facile o più difficile
occuparsi ancora una volta di lui? È stato più facile e più difficile allo
stesso tempo. Parlare di Versace, dopo aver già scritto un libro su di lui, è
stato più semplice perché ormai sento molto vicino questo personaggio che ho
sempre ammirato e che resta insuperato per creatività e capacità di innovare
(infatti continuano ancora a copiarlo tutti, nonostante sia scomparso quindici
anni fa). È stato più difficile perché, in questo caso, la casa editrice
torinese Lindau mi ha chiesto di scrivere una biografia: il primo libro era una
raccolta di interviste, quindi parlavo di Versace servendomi di una sorta di
racconto polifonico, mentre questa volta era tutto affidato alla mia voce, e
sentivo forte la responsabilità di consegnarne un’immagine fedele, onesta, ma
comunque appassionata, autentica. È
un libro che si rivolge unicamente agli addetti ai lavori? Assolutamente
no. Certamente, gli appassionati di moda ritroveranno un periodo irripetibile
come la nascita del prêt-à-porter italiano, un momento in cui il made in Italy
è diventato un fenomeno ammirato a livello internazionale. I fan di Versace
ritroveranno le sue intuizioni, le sue invenzioni, anche grazie alle suggestive
illustrazioni di Manuela Brambatti che ha reinterpretato le sue creazioni più
iconiche. Ma questo è un libro che parla di un personaggio affascinante a
prescindere dal settore in cui ha espresso le sue capacità, è la storia di un
ragazzo calabrese che parte alla conquista del mondo della moda, il figlio di
una sarta calabrese che diventa lo stilista più amato in tutto il mondo. E
comunque, tengo a precisare che quando parliamo di moda parliamo di noi stessi:
la moda si appoggia tutti i giorni al nostro corpo, alla nostra pelle, e ha la
capacità di descriverci e valorizzarci. Versace ne era estremamente
consapevole, sapeva che quando una donna si veste inventa il suo personaggio:
ogni volta è un’evocazione letteraria, in ognuno di quei “travestimenti” c’è
una fede profonda nel rito e nella trasformazione, e le donne affidano
all’abito il compito di diventare il loro manifesto estetico di un periodo o,
più, semplicemente di una giornata. Quale
volto dello stilista emerge da questa biografia? Quello di un innovatore, sempre proiettato verso il nuovo, l’avanguardia.
Inoltre, Versace è stato il vero Dioniso della moda: non solo per il contenuto
spiccatamente sensuale delle sue creazioni, ma perché sapeva accompagnare chi
sceglieva i suoi abiti in un processo di trasformazione e metamorfosi. Mi sono
divertito ad accostare il messaggio stilistico di Versace al Dioniso descritto
da Euripide ne «Le Baccanti»: un dio capace di donare estasi e giovinezza, piacere
e forza, protagonista di un culto nuovo proprio come quello che milioni di
clienti riservarono a Versace sin dal suo debutto come stilista. Inoltre, ho
voluto individuare anche nella moda italiana lo spirito dionisiaco e lo spirito
apollineo teorizzati da Nietzsche, individuando il primo nello stile
volutamente eccessivo di Versace e il secondo nella sobrietà, nella moda
volutamente ragionevole di Giorgio Armani. Infine, dal libro emerge un Versace
entusiasta, solare e affascinante: quando penso alla sua gioia di vivere, alla
sua fame di conoscenza, alla sua curiosità sconfinata, mi vengono in mente i
versi di Majakovskij e penso che anche lui avrebbe potuto dire «Risplendere,
risplendere sempre: è la parola d’ordine mia, e del sole “. ©
2012 Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 - 10128 Torino Prima edizione: novembre
2012 ISBN 978-88-6708-031-1. Autore Tony di Corcia. Nato a Foggia nel 1975, è giornalista
professionista. Si è laureato in Giurisprudenza con una tesi intitolata La
Lex Oppia Sumptuaria: lusso, donne e femminismo nella Roma Repubblicana. Ha
scritto di moda per le redazioni pugliesi del «Corriere della Sera» e di
«Repubblica». È stato direttore della testata web «Viveur.it». Nel
2010 ha pubblicato il libro «Gianni Versace: lo stilista dal cuore
elegante». Foto Tony Di Corcia ©
Tommaso Abatescianni. Che
altro scrivere ? Nulla. Gianni sarai sempre nei nostri cuori. Mariagrazia
Toniut
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