sabato 15 luglio 2017

GIANNI VERSACE SARAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI


15 luglio 1997 a Miami viene tolta la vita a Gianni Versace. Non voglio ricordare quei giorni . Voglio ricordare un grande “ artista “ della moda , un uomo di profonda sensibilità e umanità. Il mio ricordo personale. Ho conosciuto Gianni verso la fine degli anni Ottanta quando lavoravo ancora come stilista. A volte ci si incontrava e uno scambio di opinioni non mancava mai. Sempre molto disponibile. Poi nel 1992 nasce Convivio. Una sua intuizione . Con Giorgio Armani,  Gianfranco Ferrè e Valentino. I grandi della moda danno vita ad un evento benefico e di solidarietà. Dedicato alla ricerca scientifica sul virus HIV . Sono stata responsabile dei volontari dalla prima edizione del 1992 al 2000 ( forse anche nel  2002 non ricordo ). Indimenticabile la prima edizione al Castello Sforzesco di Milano. Con ospiti famosi, internazionali,  come Sting . Gestivo i volontari , impresa non facile, ma grandissimo era lo spirito di collaborazione e serietà. In particolare alla serata inaugurale quando si scatenò un temporale spaventoso. Eppure tutti noi eravamo tranquilli a gestire la situazione. Così fu negli anni successivi. Migliaia di volontari pronti a dedicare il loro tempo a questa iniziativa. Avendo vissuto in prima persona , dall’esordio,  Convivio , pubblico un estratto che  riguarda la sua nascita , dal libro:  GIANNI VERSACE La biografia un libro avvincente e accurato di Tony Di Corcia con la prefazione di Giorgio ARMANI .  Edizioni Lindau | Collana «Le comete»   Pag.193   1992. L’anno di Convivio……………………… Durante un viaggio a New York Versace resta colpito da una manifestazione organizzata per raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro l’Aids. «Seventh on Sale» è curata da «Vogue America» e permette di acquistare i capi degli stilisti più importanti a prezzi accessibili. Il ricavato veniva completamente devoluto a scopo benefico. Versace ricava un’impressione esaltante da questa iniziativa e la porta con sé al rientro in Italia. È il 1992 e lo stilista ritiene che anche l’Italia potrebbe avviare una kermesse di questo genere. Ne parla con Franca Sozzani, direttore di «Vogue Italia” e si convincono che la moda italiana potrebbe fare qualcosa di concreto in questo senso……………………«Bisogna rompere le barriere, esporsi – ammonisce lo stilista – non si può più stare zitti, far finta di niente». …..Versace vuole un’iniziativa che coniughi charity e informazione, in un’atmosfera di festa e speranza, senza alcuna angosciosa pensosità. Il semiologo Omar Calabrese individua come nome per la manifestazione la parola «Convivio» – che significa «banchetto», ma richiama soprattutto il vivere insieme – per accentuare lo spirito positivo che anima il progetto. All’appello di Versace rispondono subito Armani, Ferré e Valentino, uniti per una causa nobile …… Ricordo le prime riunioni per mettere in moto la ricerca dei volontari. Poi il via il 10 giugno del 1992. Serata inaugurale al Castello sforzesco. Ospiti internazionali come Sting. Noi volontari tutti pronti nell’area riservata al “ mercato -vendita “ . Esperienza indimenticabile , come le successive, durata fino al 15 giugno. Il ricavato devoluto ad Anlaids. Grazie Gianni ! Per questa tua intuizione. E grazie al fratello Santo Versace per la sua presenza e sostegno in quei giorni.  Anche nei momenti di difficoltà.  Credo di poterlo affermare anche a nome di tutti gli altri volontari. Vi segnalo un libro che ben ci farà  conoscere la vita di Gianni Versace. Una  biografia , uscita a vent’anni dalla sua scomparsa : la sua vita, la sua arte, le testimonianze degli amici più intimi e dei collaboratori più vicini a lui. Figlio di una sarta di Reggio Calabria inizia ad amare la moda nel negozio di famiglia. Poi il successo internazionale, esplode la sua creatività. Vestirà personaggi famosi come Lady Diana e lo ricorderemo anche per i costumi di alcuni balletti del famoso coreografo  Maurice Béjart . Una vita la sua interrotta, tragicamente.  Prefazione di Giorgio Armani. «Quale ricordo conservo di Gianni Versace? Quello di una fantastica esuberanza, di un senso di allegria che tutto mescola – idee, tendenze, memorie, arte – con una specie di noncurante vitalità. Era un grande creatore, e il passare degli anni non fa che sottolineare quello che era il suo talento.» Giorgio Armani.  GIANNI VERSACE La biografia, un libro avvincente e accurato , di Tony Di Corcia con la prefazione di Giorgio ARMANI .  Edizioni Lindau | Collana «Le comete»  pp. 288  € 24,00 . Fotografia in copertina: © The Miami Herald [1993]. Scoprirete foto inedite dell'album privato e  scatti d'autore. Inoltre una serie di bozzetti originali con cui l'artista Manuela Brambatti  rende omaggio ad alcuni dei suoi abiti e costumi teatrali . Pubblico un’intervista a Tony Di Corcia gentilmente concessa dalla Casa Editrice Lindau. Tony di Corcia, come mai ha deciso di raccontare proprio la vita di Gianni Versace? Ritengo che Versace sia stato uno dei personaggi più interessanti del Novecento, e non solo per il modo in cui ha saputo influenzare la moda e i costumi del suo tempo. Inoltre, la sua intera esistenza ha avuto i toni di una vera e propria fiaba: quella del figlio di una sarta calabrese che, innamorato della moda, riesce ad affermarsi come uno degli stilisti più prestigiosi a livello internazionale, capace di vestire le rockstar e le principesse. Purtroppo, questa vita si è chiusa con i toni tipici della tragedia e anche questo, se vogliamo, accentua il fascino letterario di questo personaggio. Anche per questo motivo, ho voluto aprire il libro con un proemio al posto della tradizionale introduzione: mi piaceva l’idea di anticipare le tappe salienti di questa esistenza a suo modo epica, eroica, certamente straordinaria. Per raccontarla, ho pensato di ascoltare la voce delle persone che hanno lavorato con lui, le imprenditrici che per prime hanno puntato sul suo talento (come Marisa Zanetti e Donatella Girombelli), le giornaliste che hanno raccontato la sua affermazione come designer (Adriana Mulassano, Giusi Ferré, Gisella Borioli, Natalia Aspesi); ho intervistato anche alcune artiste che hanno vestito i suoi abiti sulla scena: l’étoile Luciana Savignano (che, per prima, ha indossato i suoi costumi disegnati per il teatro), Patty Pravo, Alba Parietti. Inoltre, essendo stato un eccezionale pigmalione per molte top model, ho voluto raccogliere i ricordi di Dalma Callado, Marpessa, Eva Herzigova, Nadège, Eve Salvail. La prefazione del libro è firmata da Giorgio Armani, un vero e proprio evento per il mondo della moda. Per me è stato un autentico onore ricevere la disponibilità del Signor Armani, le sue parole hanno impreziosito il mio libro e gliene sarò eternamente grato. Inoltre, questa prefazione ha effettivamente una portata “storica”. Per due decenni, Armani e Versace sono stati contrapposti per quella tipica abitudine italiana che aveva già alimentato i duelli tra Coppi e Bartali, Callas e Tebaldi, Milan e Inter: effettivamente, erano estremamente diversi per stile, personalità, scelte. Eppure, Versace e Armani sono stati i due volti di una stessa medaglia, l’alfa e l’omega delle nostre capacità espressive nella moda. A distanza di quindici anni dalla sua morte, è stato particolarmente emozionante poter conoscere l’opinione di uno dei due protagonisti di questo binomio che ha dato molto pepe alla moda italiana, in anni in cui la creatività degli stilisti non era ancora condizionata dal marketing e inebetita dalle celebrities. La moda, a quei tempi, era davvero di moda, e questo avveniva soprattutto grazie al genio di due figure come Armani e Versace. Questo è il suo secondo libro su Gianni Versace: è stato più facile o più difficile occuparsi ancora una volta di lui? È stato più facile e più difficile allo stesso tempo. Parlare di Versace, dopo aver già scritto un libro su di lui, è stato più semplice perché ormai sento molto vicino questo personaggio che ho sempre ammirato e che resta insuperato per creatività e capacità di innovare (infatti continuano ancora a copiarlo tutti, nonostante sia scomparso quindici anni fa). È stato più difficile perché, in questo caso, la casa editrice torinese Lindau mi ha chiesto di scrivere una biografia: il primo libro era una raccolta di interviste, quindi parlavo di Versace servendomi di una sorta di racconto polifonico, mentre questa volta era tutto affidato alla mia voce, e sentivo forte la responsabilità di consegnarne un’immagine fedele, onesta, ma comunque appassionata, autentica. È un libro che si rivolge unicamente agli addetti ai lavori? Assolutamente no. Certamente, gli appassionati di moda ritroveranno un periodo irripetibile come la nascita del prêt-à-porter italiano, un momento in cui il made in Italy è diventato un fenomeno ammirato a livello internazionale. I fan di Versace ritroveranno le sue intuizioni, le sue invenzioni, anche grazie alle suggestive illustrazioni di Manuela Brambatti che ha reinterpretato le sue creazioni più iconiche. Ma questo è un libro che parla di un personaggio affascinante a prescindere dal settore in cui ha espresso le sue capacità, è la storia di un ragazzo calabrese che parte alla conquista del mondo della moda, il figlio di una sarta calabrese che diventa lo stilista più amato in tutto il mondo. E comunque, tengo a precisare che quando parliamo di moda parliamo di noi stessi: la moda si appoggia tutti i giorni al nostro corpo, alla nostra pelle, e ha la capacità di descriverci e valorizzarci. Versace ne era estremamente consapevole, sapeva che quando una donna si veste inventa il suo personaggio: ogni volta è un’evocazione letteraria, in ognuno di quei “travestimenti” c’è una fede profonda nel rito e nella trasformazione, e le donne affidano all’abito il compito di diventare il loro manifesto estetico di un periodo o, più, semplicemente di una giornata. Quale volto dello stilista emerge da questa biografia? Quello di un innovatore, sempre proiettato verso il nuovo, l’avanguardia. Inoltre, Versace è stato il vero Dioniso della moda: non solo per il contenuto spiccatamente sensuale delle sue creazioni, ma perché sapeva accompagnare chi sceglieva i suoi abiti in un processo di trasformazione e metamorfosi. Mi sono divertito ad accostare il messaggio stilistico di Versace al Dioniso descritto da Euripide ne «Le Baccanti»: un dio capace di donare estasi e giovinezza, piacere e forza, protagonista di un culto nuovo proprio come quello che milioni di clienti riservarono a Versace sin dal suo debutto come stilista. Inoltre, ho voluto individuare anche nella moda italiana lo spirito dionisiaco e lo spirito apollineo teorizzati da Nietzsche, individuando il primo nello stile volutamente eccessivo di Versace e il secondo nella sobrietà, nella moda volutamente ragionevole di Giorgio Armani. Infine, dal libro emerge un Versace entusiasta, solare e affascinante: quando penso alla sua gioia di vivere, alla sua fame di conoscenza, alla sua curiosità sconfinata, mi vengono in mente i versi di Majakovskij e penso che anche lui avrebbe potuto dire «Risplendere, risplendere sempre: è la parola d’ordine mia, e del sole “.  © 2012 Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 - 10128 Torino Prima edizione: novembre 2012 ISBN 978-88-6708-031-1.  Autore Tony di Corcia. Nato a Foggia nel 1975, è giornalista professionista. Si è laureato in Giurisprudenza con una tesi intitolata La Lex Oppia Sumptuaria: lusso, donne e femminismo nella Roma Repubblicana. Ha scritto di moda per le redazioni pugliesi del «Corriere della Sera» e di «Repubblica». È stato direttore della testata web «Viveur.it». Nel 2010 ha pubblicato il libro «Gianni Versace: lo stilista dal cuore elegante». Foto Tony Di Corcia © Tommaso Abatescianni. Che altro scrivere ? Nulla. Gianni sarai sempre nei nostri cuori. Mariagrazia Toniut






















Nessun commento:

Posta un commento